Testimonianze come quelle che ho ascoltato in occasione della proiezione del docufilm “Come stanno i ragazzi” sono importanti e devono essere diffuse per far sì che ragazze e ragazzi possano sapere di non essere soli, che i genitori possano avere gli strumenti per supportare i propri figli e per accendere la luce sul disagio mentale negli adolescenti.
Viviamo un momento storico sociale e culturale particolare dove fenomeni come il suicidio e l’autolesionismo sono la conseguenza di una società sempre più concentrata sulla competizione, sul concetto di perfezione, che creano nei giovani e giovanissimi paure e senso di colpa. Fenomeni che hanno cause multi fattoriali dove non ci sono colpe da imputare a qualcuno piuttosto che a qualcosa, si tratta invece di fare una profonda analisi affinchè le donne e gli uomini del futuro siano forti per affrontare le sfide che la vita pone ad ognuno di noi.
Per rispondere in modo efficace a questa vera e propria emergenza è innanzitutto necessario avere i dati, che al momento non esistono: in Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti e il disagio mentale, soprattutto quello giovanile, purtroppo anche nel nostro paese è ancora un tabù perchè “quando una persona sta male non vuole farlo vedere”