In queste settimane abbiamo lavorato come MoVimento 5 Stelle ad un’importante mozione, approvata oggi alla Camera, con al centro il tema del sostegno e della tutela delle donne. Ecco il mio intervento in cui annuncio il voto favorevole:
Io sono una donna!
Ma prima ancora sono una persona con pari diritti e pretendo pari opportunità perché siamo tutti esseri umani allo stesso modo.
Sì, sono una donna con disabilità.
Prima ancora sono una persona con diverse capacità e competenze, ma con gli stessi diritti nel mondo del lavoro e nella quotidianità. E invece spesso sono vittima di una doppia discriminazione: come donna e come persona con disabilità, come se la diversità fosse qualcosa da temere e da rifiutare invece che essere fonte di conoscenza.
Sì, sono una ragazza e mi vesto come voglio! E non spetta a NESSUNO chiedermi come ero vestita e pensare addirittura che in qualche modo sia colpevole se un uomo per strada mi ha fischiata, se non mi sono sentita sicura o addirittura se mi hanno violentata. Il concetto è semplice e chiaro: se un uomo commette violenza su una donna è solo lui ad essere il colpevole!
Sì, sono una mamma e ho deciso di esserlo.
Essere madre non è e non deve essere una colpa da espiare bensì un dono di cui gioire, non deve essere un ostacolo nel mondo del lavoro e non deve significare nemmeno dover scegliere tra carriera e famiglia!
Sì, sono una studentessa universitaria e anche io riesco a comprendere la fisica quantistica, la matematica e posso anche diventare un Premio Nobel un giorno: la scienza non conosce discriminazione di nessun tipo.
Sono Maria, Carla, Ludovica e ancora non comprendo cosa ci sia di diverso tra me e il mio collega. Perché pur facendo lo stesso lavoro, pur avendo le stesse responsabilità, lo stesso titolo di studio, io continuo a guadagnare di meno?
E continuo a non capire perché se LUI viene promosso è perché gli spetta, è una persona in gamba, è competente, mentre se vengo promossa IO, è così difficile pensare e credere che me lo sia meritato.
Nel 2021 perché è ancora cosi difficile?!
Eppure continua ad essere ancora necessario scrivere parole, urlare al mondo che anche noi esistiamo, anche noi lavoriamo, anche noi studiamo e tra l’altro a parità di percorso accademico conseguiamo anche risultati migliori.
Perché presidente, colleghi e colleghe, noi continuiamo a ricordare, ad ogni atto e ricorrenza, che ci sono diritti che non vengono garantiti. Ma, nonostante tutti gli sforzi, continuiamo a rimanere fermi sempre allo stesso punto.
E allora, nell’arte del ricord,o voglio ricordare quelle donne che hanno e che continuano a fare la storia di questo Paese e nel mondo:
Maria Montessori, prima donna medico che rivoluzionò il mondo della pedagogia, sacrificando la propria vita personale per il bene di bambine e bambini che a quei tempi venivano considerati “ritardati mentali”. Ilaria Alpi uccisa 27 anni fa in circostanze misteriose mentre svolgeva il suo lavoro di giornalista per l’informazione pubblica di questa Paese. Rita Levi di Montalcini, Premio Nobel per la medicina, Tina Anselmi che è stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di ministro della Repubblica, Nilde Iotti prima donna eletta Presidente della Camera, Emanuela Loi morta nella strage di Via D’Amelio.
Potrei continuare all’infinito citando tutte le donne che quotidianamente in questo Paese fanno la differenza e continuano a difendere le conquiste finora raggiunte dalle costanti minacce e insidie di una cultura misogina e sessista che è ancora troppo forte nella nostra società e in cui sembra ancora necessario dimostrare che noi “siamo in grado di” ma non è così. Non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno: è questa società che deve dimostrarsi all’altezza delle donne.
Ci definiamo una società civile nonostante ci sia ancora 1 donna ogni 3 giorni che viene ammazzata, nonostante durante questa emergenza circa 90 mila donne abbiano perso il lavoro, nonostante si continui ad assistere a donne che rinunciano al loro lavoro per stare a casa e svolgere il ruolo di Caregiver, una figura ancora non giuridicamente riconosciuta, ma che ogni giorno presta assistenza e cure ai propri cari ammalati o con disabilità, nonostante che ci siano ancora regioni italiane in cui lavora solo 1 donna su 3.
In conclusione Presidente, colleghi e colleghe, abbiamo di fronte a noi una sfida culturale che non possiamo rimandare e che richiede l’impegno di tutti e tutte.
Proprio perché crediamo che un vero cambiamento culturale si possa raggiungere, auspichiamo che questi obiettivi non rimangano solo parole, ma impegni concreti per le milioni di donne a cui ancora oggi viene tolta la voce.
Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del Movimento 5 Stelle.
A questo link il video del mio intervento di oggi alla Camera.